Talento cristallino in erba, con una attitudine alla scrittura e sfaccettature cantautorali classiche unite ad una fresca vena creativa – Chiara Osso – neo finalista del Contesto Indie ci parla della sua musica e de “L’Otto”, un brano che rappresenta un vivace affresco di Roma, durante una lunga passeggiata notturna da Trastevere all’Eur. Una canzone che ha già fatto registrare dei promettenti traguardi di ascolto, ma soprattutto consenso da parte della critica.
Ciao Chiara, parliamo dei tuoi esordi. Come nasce “Chiara Osso”?
Sono sempre cresciuta a pane e musica grazie a mio nonno, da cui credo di aver ereditato la mia grande passione. Lui era un pittore ed un musicista, quindi mi ha insegnato a vivere l’arte nella sua totalità oltre che a cantare le solite canzoni per bambini con la sua chitarra sempre in mano. Quando avevo 6 anni i miei genitori hanno deciso di iscrivermi ad un corso di canto e da lì non ho più smesso di studiare per diventare un’artista a tutto tondo.
Ho studiato canto, pianoforte e batteria, ma non contenta ho imparato da autodidatta a suonare basso, ukulele, chitarra e kalimba. Tra un’esibizione e l’altra ho sempre scritto qualche verso, ma solo da 2 anni ho iniziato a produrre e pubblicare le mie canzoni. Sono fiera di aver raggiunto uno dei miei tanti obiettivi, definirmi una vera cantautrice, dal momento che sono l’autrice di armonie, melodie e testi di tutti i miei brani. Il primo singolo, “Anche se brucia lo sfondo”, è stata una delle soddisfazione più grandi della mia vita, tanto da essere letteralmente impressa sulla mia pelle. Il giorno della pubblicazione l’ho vissuto come la realizzazione di me stessa e di un sogno, pur sapendo che sarebbe stato solo l’inizio di un grande e faticoso percorso.
Faticoso soprattutto perché sto portando avanti parallelamente a questo anche lo studio liceale e musicale, sono al quarto anno di liceo scientifico Cambridge e da tre anni studio al pre-accademico del Saint Louis College of music. Mi sono sentita dire molte volte di mollare perché non ce l’avrei fatta, ma ho ascoltato solo la mia testa, trasformando le difficoltà in opportunità, come si deduce da “All you can eat”, il pezzo più autobiografico che abbia scritto finora, che parla di rivalsa, dolore e realizzazione. Ma come si nota dai miei testi tutte le canzoni sono spezzoni di una storia in cui spero si riconoscano anche gli ascoltatori.
Sei stata tra i finalisti del Contesto Indie, manifestazione dedicata agli artisti emergenti. Raccontaci questa esperienza, e la sensazione di essere stata votata tra i primi classificati…
È stata una bella novità in tempo di pandemia, davvero una realtà positiva e con uno scopo per niente scontato. Oggi dare la possibilità agli artisti emergenti di far sentire la propria musica può sembrare più facile grazie ai social media, ma pochi lo fanno davvero ed in un modo corretto e sincero. Ognuno di noi ha avuto l’occasione di mostrarsi al “grande pubblico sul piccolo schermo” e questo è il fattore che ha reso Contesto Indie davvero tanto piacevole per me ancora prima di avere i risultati. Data la qualità dei partecipanti non mi sarei mai aspettata di arrivare sul podio, tant’è vero che quando ho visto il tag sul post di Instagram pensavo di essere passata alla fase successiva, ma poi la mail che dichiarava il fatidico secondo posto mi ha tolto tutti i dubbi lasciandomi ancora più stupita. Al pensiero che tante persone abbiano ritenuto la mia canzone valida abbastanza, che si siano emozionate e sentite parte del mio mondo o che abbiano anche semplicemente apprezzato tanto il ritornello, mi vengono ancora e brividi e non potrei sentirmi più soddisfatta.
L’OTTO, un singolo che è una dedica a ROMA, la tua città. Un filo conduttore per tutte le tue canzoni. Parlaci di questo rapporto speciale che hai con la Capitale.
Il mio mondo è ovunque mi trovi e ovunque la musica mi segua, ma il mio cuore è in pochi posti e ovviamente Roma domina nella lista. La mia passione è nata e cresciuta qui con me, e soprattutto l’ispirazione mi coglie ogni volta che giro per le strade della mia città. Amo Roma perché è come una persona misteriosa che non conoscerai mai fino in fondo, quell’amica che mostra sempre risorse bellissime e inaspettate. Per quanto tu possa girare per Roma non ti troverai mai nello stesso posto e ad ogni modo non incontrerai mai le stesse persone. Ogni volto che incrocio quotidianamente nasconde una storia personale ed unica. Roma per me è questo, un meraviglioso libro senza inizio e senza fine a cui collabora ogni persona che calpesti anche un singolo Sampietrino. Roma è la culla delle mie idee e non le farebbe mai cadere.
Come descriveresti la tua musica?
Non appartiene ad un genere preciso, forse l’aggettivo con cui la descriverei è “eclettica” perché è un insieme armonico di tutto ciò che ritengo valga la pena di essere condiviso, tutto ciò che mi piace a livello musicale e che vorrei esprimere nel modo che meglio conosco. Sicuramente viene dal cuore ed ha lo scopo di unire attraverso la condivisione di storie che possono essere tanto diverse quanto legate. Per il resto lascerei parlare Lei e tutti coloro che la ascoltano.
Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Su cosa stai lavorando?
Un nuovo singolo uscirà a breve e vi voglio dare anche un piccolo indizio, è tratto da uno dei libri che mi ha segnata di più e c’è di mezzo un certo G… Lascio indovinare il nome a voi!
Il futuro serba tante sorprese e per non rovinare nulla vi dico solo che sto lavorando a tanti nuovi racconti, ormai sono più in studio a registrare che in casa, e tra un esame e l’altro vi prometto che parlerò di noi in tante altre occasioni.
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